I Dintorni

Il Fiume Alento e la sua Oasi, patrimonio cilentano

Dalla costa del mar Tirreno all’entroterra cilentano, seguendo il percorso del fiume Alento e dei suoi affluenti, il territorio dell’Oasi Fiume Alento si estende per 3.024 ettari, situati nella provincia di Salerno, in parte all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed in parte ai confini dello stesso. L’intero corso del fiume Alento e dei suoi principali affluenti costituiscono una vasta area SIC. L’Oasi è caratterizzata da un ricco patrimonio floreale e faunistico. Il Fiume Alento, che ha sorgente, foce ed alcuni tratti del suo corso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, attraversa un territorio in cui le pendici dei rilievi sono caratterizzate dalle presenza della tipica macchia mediterranea, intervallata a coltivazioni di oliveti, frutteti e vigneti. Il corso del fiume, invece, è contornato dalla foresta a galleria, intervallata da zone umide coperte dalla tipica vegetazione dominata dal canneto. Importante creazione umana realizzata in questa area è la Diga dell’Alento. A valle della Diga è stato realizzato, dal Consorzio Velia (Consorzio per la Bonifica del Bacino dell’Alento), un sentiero che costeggia il corso del fiume. Lungo il sentiero sono presenti stagni e laghetti realizzati allo scopo di permettere la sosta e la nidificazione di uccelli, l’insediamento di specie animali legate alle zone umide, come anfibi, rettili, pesci ecc. Gli specchi d’acqua hanno profondità diverse, proprio per accogliere specie con differenti esigenze ecologiche. Si passa da stagni con una profondità di pochi centimetri, in cui troviamo aironi e altri aldeidi, anatre di superficie, ed i limicoli, al laghetto con una profondità di 1,5 metri in cui si fermano, folaghe e anatre di profondità. Il primo laghetto che incontriamo è “Fiumicello”, contornato da salici, su cui nidificano e dormono comunità di aldeidi. Un sentiero permette di percorrere l’intero perimetro. Qui si fermano le folaghe, le anatre tuffatrici di profondità, il martin pescatore. Le altre zone umide chiamate Cifari, Selva, Isca della Chianca, Vallone Ponte Rosso, Isca Landi e Tortorella sono specchi d’acqua poco profondi, coperti in buona parte da canneti costituiti principalmente da Typha latifiolia e carici. In questi stagni nidifica la gallinella d’acqua, i limicoli e anfibi. L’intero percorso in cui sono presenti le aree umide è lungo oltre 4 Km e rappresenta una possibilità per un’escursione che sarà sempre ricca di scoperte ed incontri interessanti e diversi in ogni stagione dell’anno. L’Oasi è caratterizzata, anche, dalla presenza di una fauna molto ricca per numero di specie (inserite negli allegati II e IV della Direttiva Habitat, emanata dalla Comunità Europea nel 1992); alcuni animali, addirittura, sono speciali e protetti in quanto a rischio di estinzione, come la lontra, di difficile avvistamento, come gli aironi cinerini e le coturnici dal piumaggio variopinto.

fonti: vai al sito